Si è conclusa la stagione riproduttiva della cicogna bianca in Calabria. Sono 74 i giovani nati quest’anno da 22 coppie, un nato in più e una coppia in più rispetto alla stagione riproduttiva 2017. Un bilancio positivo dunque, anche se non tutti i giovani nati sono riusciti ad involarsi, sei di loro, purtroppo, non hanno potuto accarezzare l’ebbrezza del primo volo. Ciò, probabilmente, a causa di un disturbo antropico avvenuto in due siti, rispettivamente nella Valle del Crati e nella Piana di Sibari dove le nidiate sono improvvisamente scomparse quando i giovani non erano ancora in grado di volare.
“Non sappiamo di preciso cosa sia successo – sostengono i volontari Lipu (Lega italiana protezione uccelli) di Rende – ma comunque si tratta di episodi negativi che potrebbero mettere a rischio, nei prossimi anni, il ritorno degli adulti ai siti di nidificazione”. La Piana di Sibari, per la presenza di risaie, habitat elettivo per questa specie, si conferma la zona geografica con il maggior numero di coppie (16) seguita dalla Valle del Crati (5) mentre la Valle del Neto, in provincia di Crotone, conferma anche quest’anno la sua unica coppia. La Calabria si dimostra, dunque, una regione strategica per la nidificazione della cicogna bianca.
Un ruolo importante, in questi anni, lo ha avuto il progetto “Cicogna bianca” messo in campo dalla Lipu di Rende sin dal 2003 che favorisce il ritorno e la nidificazione della Cicogna bianca in Calabria attraverso l’uso dei nidi artificiali.
Si tratta di una sorta di piattaforme circolari in legno che, grazie alla collaborazione dell’Enel, vengono posizionate sui tralicci e pali elettrici. Le cicogne, in questo modo, sono invogliate a fermarsi e a nidificare su queste originali, quanto particolari strutture. Ed è quello che è accaduto in questi 15 anni in Calabria in cui si è passati dalle uniche 2 coppie del 2003 alle attuali 22, di cui 20 hanno scelto di nidificare su piattaforme artificiali. Attualmente più di 110 cicogne, tra giovani nati e adulti, popolano i cieli calabresi, ma sono prossime a lasciare la nostra regione. A breve, infatti, migreranno verso sud, compiranno più di 7 mila chilometri per portarsi nei quartieri di svernamento africani. Ritorneranno di nuovo in Calabria il prossimo anno, in primavera.