Capitozzatura alberi. Petizione e riflessione de I Giardini di Eva

Capitozzatura alberi. Petizione e riflessione de I Giardini di Eva

pini tagliati montegiordanoHa fatto il giro del web l’immagine dei 115 pini tagliati sul lungomare Liguori e nella pineta, a Montegiordano, piccolo centro dell’alto Ionio cosentino.

Per le associazioni ambientaliste si tratta di una strage di alberi incomprensibile e fuori luogo. L’associazione I Giardini di Eva di Cosenza ha lanciato la petizione “Stop al taglio e alla capitozzatura degli alberi italiani” su change.org che ha già raggiunto le mille firme.  Di seguito pubblichiamo la lettera aperta a cura di Nadia Gambilongo de I Giardini di Eva.

Per non tagliare gli alberi e con essi la speranza di un futuro migliore

Le Nazioni Unite hanno proclamato il 2020 “Anno internazionale della salute delle piante” per ricordarci che il nostro benessere e quello del mondo vegetale sono una sola cosa. L’attuale pandemia da Coronavirus è diventata una sorta di cartina tornasole che evidenzia, se ce ne fosse ancora bisogno, gran parte degli sbagli compiuti negli ultimi 50 anni in tema ambientale e di sviluppo.

Gli effetti di una globalizzazione senza regole e senza diritti ha privilegiato lo spostamento delle merci a scapito delle migrazioni di esseri umani, costretti a fuggire da guerre, fame e siccità in condizioni proibitive. Lo sfruttamento delle risorse, quasi fossero illimitate, ha portato al collasso il pianeta e in totale squilibrio i suoi abitanti. Gli allevamenti intensivi di bestiame costringono esseri viventi in spazi angusti e privi d’igiene; l’eccessiva urbanizzazione e cementificazione delle aree metropolitane ha desertificato le periferie del mondo e portato all’abbandono dei piccoli centri, per loro natura più salubri e a misura umana.

Il disboscamento indiscriminato delle principali foreste della terra ha ridotto l’apporto di ossigeno; lo sfruttamento dei fiumi e dei mari li ha impoveriti e avvelenati, irrimediabilmente, con microplastiche e derivati dal petrolio. La commistione tra diverse specie di animali, anche selvatiche, nei mercati e la sovrappopolazione umana, in ambienti malsani, ha generato l’humus ottimale per virus letali. Tutto questo ed altro ancora, ha contribuito a generare punti di non ritorno che vedono i sapiens oggi in ginocchio e al capolinea le loro attività economiche.

Il dilemma tra Stato e Mercato ha generato la distruzione del Servizio sanitario nazionale italiano, tra i migliori al mondo. La scelta di privilegiare le logiche di mercato e regionalistiche, ha contribuito ad acuire la crisi e ha messo in ginocchio il sistema sanitario con risultati che sono sotto gli occhi di tutti, le vittime di questo sistema non si contano. In questi anni molti lavoratori si sono trovati a scegliere tra salute o salario, e questa opzione non è da paese civile.

La pausa obbligatoria imposta agli abitanti del nostro pianeta dal Coronavirus dovrebbe aiutare a riflettere e a rivedere radicalmente queste scelte scellerate; qualcuno lo sta facendo altri no, purtroppo!

Mentre l’Italia è ferma e alcuni intellettuali riflettono su come sarà il paese dopo la pandemia, se ci sarà o meno un salto di civiltà, incredibilmente le aree verdi urbane vengono falcidiate dalle motoseghe. Si approfitta della ridotta circolazione dei cittadini per la pandemia per compiere, ancora, atti contro il patrimonio ambientale!

È di questi giorni, infatti, la notizia che da nord a sud del paese si stanno tagliando e capitozzando gli alberi. Sui social si ricorrono le notizie, girano foto agghiaccianti di viali rasi a zero, immagini di parchi cittadini mutilati dal verde che inquietano gli animi già provati dalla quarantena. Numerose le grandi città interessate dal fenomeno: Verona, Trieste, Pordenone, Roma, Napoli. Il sospetto che questi tagli primaverili, in tempo di misure restrittive alle attività non urgenti, sia collegato alla sperimentazione dei 5G, è forte!

Infatti i 5G, per poter funzionare, hanno bisogno di essere installati in zone prive di ostacoli e gli alberi, con le loro chiome, costituiscono un impedimento. Nell’elenco ci sono anche aree urbane più piccole come Grosseto, Forlì, Pomponesco (MN), Garbagnate (MI), Vigevano (PV) e infine, anche l’amena località turistica di Montegiordano in Calabria. Molti di questi tagli riguardano i pini, considerati pericolosi e a rischio di caduta dalla maggior parte delle amministrazioni comunali e, purtroppo, anche da tanti agronomi incaricati per le perizie.

In realtà, i pini possono costituire un pericolo soltanto quando subiscono potature inappropriate o capitozzature che indeboliscono il sistema linfatico della pianta. Infatti i tagli favoriscono la crescita dell’apparato radicale in maniera più superficiale, rovinando l’asfalto ed interferendo con le condotte cittadine, motivo per cui sono odiati dalle amministrazioni comunali e da numerosi cittadini. Bisognerebbe comprendere che sono le capitozzature dei pini a danneggiare irrimediabilmente la struttura degli alberi, rendendoli più fragili ed esposti ai primi venti; diventando così, inevitabilmente, una sorta di bomba ad orologeria durante le tempeste. Queste ultime divenute sempre più frequenti, per via dei cambiamenti climatici in atto, finiscono per abbatterli rovinosamente. Pertanto, evitando le capitozzature e garantendo cure adeguate si potrebbe risolvere il problema, per così dire, alla radice!

Sostanzialmente bisognerebbe vigilare per evitare potature inappropriate e soprattutto capitozzature! I cittadini italiani hanno già iniziato a farlo, le loro foto, le loro denunce lo testimoniano; ma sembrerebbe che per le amministrazioni comunali sia più facile tagliarli che curarli adeguatamente, forse perché i tagli avvengono in prossimità di centrali a biomasse che hanno bisogno di legna per essere alimentate. Insomma, le logiche di mercato hanno anche qui hanno il sopravvento sulla vita delle piante. Ma ora è tempo di dire basta! Di incominciare a dare segnali concreti di cambiamento. La sopravvivenza delle piante è legata indissolubilmente alla nostra, come sostengono recentemente anche le Nazioni Unite.

Inoltre, la correlazione tra aree inquinate da polveri sottili e livelli alti di decessi da Coronavirus sembra essere assodata.
Per questi motivi e altri legati ai suoi obiettivi statutari l’associazione “I Giardini di Eva” ha lanciato una petizione che ha già raccolto più di mille firme per dire “Stop al taglio e alla capitozzatura degli alberi”. 

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