Una primula per IGEA Progetto Donna. A Paola l’associazione in piazza il 4 e 5 aprile

Una primula per IGEA Progetto Donna. A Paola l’associazione in piazza il 4 e 5 aprile

primulaSabato 4 e domenica 5 aprile, dalle ore 10.30, presso Piazza IV novembre, a Paola, l’associazione Igea Progetto Donna Onlus sarà presente con un banchetto informativo per la promozione delle proprie attività, orientate a dare sostegno alle donne affette da endometriosi e a diffondere la conoscenza di questa patologia, ancora poco nota.

Durante le due giornate, realizzate in collaborazione  con l’Aendo – Associazione italiana dolore pelvico ed endometriosi,  sarà distribuito materiale informativo e si effettuerà una raccolta fondi attraverso l’offerta di piantine di primule per sostenere le attività di Igea. L’endometriosi è una malattia complessa, cronica e poco conosciuta, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, chiamato endometrio, in altri organi (ovaie, tube, peritoneo, vagina e talvolta anche intestino e vescica). È recente, però, la notizia inerente la presentazione di una proposta di legge per il riconoscimento dell’endometriosi come malattia sociale e per l’istituzione di un registro, in seno al Consiglio regionale calabrese, grazie all’intervento del consigliere Giuseppe Giudiceandrea. La proposta, che consta di otto articoli, si propone di creare degli interventi al fine di dare sostegno alle donne affette da endometriosi. “È una notizia che ci riempie di speranze per il futuro – afferma Francesca Sorace, presidente di Igea Progetto Donna- mi complimento con il consigliere Giudiceandrea per la sensibilità mostrata. L’endometriosi è una patologia cronica e complessa che deve essere  trattata alla stregua di tante altre malattie invalidanti. Occorrono interventi incisivi, un registro regionale ed un osservatorio, al fine di dare un reale sostegno a chi ne soffre”. Per Monica Santagostini, presidente di Aendo, l’endometriosi condiziona la vita delle persone, ecco perché è importante sostenere la ricerca. “Pensando alle giovanissime dobbiamo intervenire facendo molta prevenzione e diffondendo informazioni sulla patologia”.

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