Salute mentale. Tamponi per i centri diurni

Salute mentale. Tamponi per i centri diurni

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Tamponi per i centri diurni che ospitano pazienti con disagio psichico. È quanto chiede, in una lettera aperte alle istituzioni regionali e ai vertici dell’Azienda sanitaria provinciale, Anna Maria Di Rosa medico, socio fondatore e già presidente dell’associazione di volontariato “Itinerari Sperimentali”, nata nel 2007 per offrire interventi di riabilitazione e risocializzazione alle persone con disagio psichico e alle loro famiglie.

La Di Rosa mette in evidenza la difficoltà di azione, in questo momento difficile dovuto all’emergenza coronavirus, delle associazioni impegnate nella gestione di centri diurni. “Al momento – scrive nella lettera – vengono garantiti soltanto interventi a distanza, attraverso l’uso di materiale telematico e digitale, da cui purtroppo restano esclusi i soggetti più gravi che non riescono ad utilizzare tali strumenti”. A preoccupare l’associazione è soprattutto la prossima riapertura dei centri diurni.

“I disabili psichici e fisici hanno bisogno di un contatto diretto con la persona che si occupa di loro – si legge nella missiva – ben si comprende che mantenere la giusta distanza per evitare il contagio risulta difficile, così come l’uso di mascherine e di guanti per più ore consecutive. È considerevole, infatti, l’impaccio che l’uso di tali dispositivi andrebbe ad avere nella relazione di aiuto che non si esprime solo con parole pronunciate a distanza, ma con gesti, sguardi, sorrisi, percezione e vicinanza fisica”.

L’associazione ritiene, pertanto, indispensabile che, prima della ripresa delle attività, si proceda ad effettuare i tamponi al personale operante nei centri diurni e agli utenti degli stessi. Purtroppo, le maggiori possibilità  di contagio si verificano proprio nelle comunità ristrette quali strutture ospedaliere ed RSA ed il centro diurno per persone con disabilità va considerato, a tutti gli effetti, una piccola comunità e come tale va trattato da un punto di vista sanitario.

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