È a rischio chiusura il Centro trapianti di rene regionale (poli di Cosenza e Reggio Calabria) e nella nostra regione ci sono circa 170 pazienti in lista d’attesa per il trapianto. Non usa mezzi termini Rachele Celebre, presidente dell’ASIT – Associazione Sud Italia Trapiantati illustrando ad associazioni, cittadini e medici, durante un incontro tenutosi ieri a Rende e organizzato dal CSV Cosenza, il pericolo di chiusura del Centro e le gravi ripercussioni di tale decisione su tutta la cittadinanza calabrese, soprattutto su coloro che saranno costretti a recarsi fuori regione per un trapianto.
Il problema scaturisce dalla mancanza di donazioni. Nonostante Cosenza sia la prima città in Calabria come numero di persone che hanno deciso di donare, secondo Rita Roberti, nefrologa e vicepresidente ASIT, occorre fare di più perché sono ancora in tanti ad opporsi alla donazione, quasi sempre per mancata informazione o poca conoscenza sull’argomento.
Per Pasquale Scaramozzino, presidente regionale ANED – Associazione Nazionale Dializzati e Trapiantati, l’insufficienza renale cronica, in Italia, è la malattia che più cresce in termini percentuali ed è necessario che la politica mostri maggiore attenzione al problema e ascolti il grido di dolore di pazienti e associazioni.
Molti hanno sottolineato l’importanza di investire maggiore tempo e risorse nel sensibilizzare alla donazione degli organi, soprattutto i più giovani, altri ritengono necessario svegliare le coscienze di tutti affinché battaglie come questa possano essere portate avanti, con consapevolezza, da tutti i cittadini.
Dall’incontro è emersa, comunque, la volontà di richiamare l’attenzione delle istituzioni, della politica e dei media sulla questione e di dare il via ad una serie di iniziative per scongiurare la chiusura del Centro trapianti. Gianni Romeo, presidente di Volontà Solidale ha ribadito il supporto che i centri di servizio calabresi daranno all’azione delle associazioni a difesa del territorio e del diritto alle cure e alla vita.