Messa alla prova. Seminario all’Unical

Messa alla prova. Seminario all’Unical

Liberamente messa alla provaRappresentanti delle associazioni, avvocati, docenti e referenti dell’Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna si sono confrontati, per la prima volta all’Università della Calabria, lo scorso 2 dicembre, sulla messa alla prova.

L’associazione di volontariato penitenziario “LiberaMente” ha, infatti, organizzato il seminario specialistico “Le misure alternative alla detenzione e la messa alla prova, alla prova della società”. L’iniziativa rientra nel progetto “Volontari per le misure di comunità” promosso dal SEAC (Coordinamento enti ed associazioni di volontariato penitenziario) e sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD, nato per favorire il reinserimento sociale dei detenuti che devono scontare una pena prevista dalle misure di comunità e che, in alternativa al carcere, possono svolgere lavori di pubblica utilità o attività di volontariato. Tra le azioni del progetto rientra anche la sensibilizzazione della società all’accoglienza delle persone in esecuzione penale esterna.

Francesco Cosentini, presidente di LiberaMente, ha presentato l’associazione partner del progetto che dal 2004 opera in carcere a Cosenza a favore dei detenuti e delle loro famiglie. L’avvocato Giuseppe Lanzino ha illustrato la messa alla prova dal punto di vista tecnico legale, mentre Emilio Molinari, direttore UIEPE (Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna) si è soffermato sul ruolo dell’ufficio che si occupa del trattamento socio-educativo delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, svolgendo il compito di favorire il reinserimento sociale delle persone che hanno subito una condanna definitiva. Al seminario, introdotto e coordinato dalla docente Franca Garreffa, hanno preso parte anche la giornalista Carla Chiappini, presidente dell’associazione Verso Italia Onlus di Piacenza e Cristina Ciambrone, presidente AIMePe (Associazione Italiana Mediatori Penali) e consigliera regionale di AIMeF (Associazione Italiana Mediatori Familiari).

Ognuno dei presenti ha manifestato la volontà di continuare il dialogo su questi temi affinché la messa alla prova possa davvero essere, in alcuni casi,  un’alternativa valida ed efficace al carcere.

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