I saluti della presidente uscente Maria Annunziata Longo

I saluti della presidente uscente Maria Annunziata Longo

presidente longoCarissimi, siamo arrivati alla fine di un percorso e mi sembra giusto e doveroso, oltre che tracciare un rapido bilancio di sei anni di intensa attività, ringraziare tutti i compagni di questa splendida avventura.

Occorrerebbero pagine e pagine per raccontare storie, volti, speranze, lacrime, fatiche, gioie e dolori vissuti insieme. Tutte queste emozioni continueremo a portarle tutti nel cuore, nel bene e nel male.
Come sempre, il rinnovo delle cariche rappresenta un passaggio delicato e di crescita nella vita associativa, che consente di immettere energie nuove in un sistema che altrimenti correrebbe il rischio di alimentare dinamiche stanche e ripetitive.

Ringrazio, innanzitutto, tutti coloro i quali in questo periodo hanno manifestato la volontà di contribuire al rafforzamento di un percorso politico iniziato insieme e che quindi hanno deciso di candidarsi e di mettere a disposizione tempo ed energie per il proseguimento dell’attività di Volontà Solidale. Importanti sfide li attendono: a loro va il mio in bocca al lupo!

Contestualmente, il mio pensiero va a tutti quelli che, per mantenere l’unità, hanno messo da parte legittime aspirazioni personali ed hanno deciso di aderire ad un percorso unitario, dando prova della maturità del nostro volontariato. Il lavoro comune e la visione unica, nell’esercizio del legittimo e responsabile dibattito democratico, consente di crescere nella responsabilità e nella fiducia.

Un affettuoso pensiero, al termine di sei anni alla guida di Volontà Solidale, ai compagni di questo viaggio: a tutti i membri del direttivo, ai vicepresidenti Isabella e Gianfranco, al direttore Mariacarla e allo staff tecnico, a tutte le persone che, nel corso di questi anni tanto ricchi di rapporti, hanno condiviso momenti e occasioni con me. Ringrazio ognuno di voi per le storie che ho conosciuto, per tutte le straordinarie storie di ordinario lavoro quotidiano che ho avuto la fortuna di sfiorare. Il dolore trasformato in offerta di se per gli altri, la silenziosa abnegazione di chi, nonostante la sofferenza, i tagli delle risorse e la mancanza di riconoscenza, continua ogni giorno ad operare in silenzio. Il bene non fa rumore.

Abbiamo affrontato insieme anni di forti riduzioni di risorse, che ci hanno spinto a fare scelte strategiche per la vita del centro, a volte sofferte e dolorose, ma che alla lunga hanno dato tanti  frutti. Tante iniziative sono state realizzate e tanti risultati sono stati raggiunti grazie all’impegno costante della parte politica e al lavoro instancabile dello staff tecnico.

E oggi i numeri parlano da soli: abbiamo formato più di 4.000 volontari e fornito 6.000 consulenze; contribuito alla nascita di nuove associazioni di volontariato (su 602 attive oggi, 206 sono nate negli ultimi cinque anni); dato risposta a più di 23.000 richieste di servizio provenienti da associazioni di tutta la provincia; incontrato 27.000 tra cittadini e studenti, in manifestazioni di piazza e nelle scuole, per sensibilizzarli ai temi del volontariato e della solidarietà. Abbiamo, inoltre, contribuito a rendere più visibile il lavoro silenzioso dei volontari grazie alla preziosa attenzione della stampa con 1.200 tra articoli su giornali e interviste e servizi su tv e radio. Abbiamo chiamato a raccolta complessivamente più di 600 volontari in occasione delle tre conferenze provinciali del volontariato che hanno aperto la strada ad un nuovo modo di incontrarsi e riflettere insieme sullo stato dell’arte e sul futuro del volontariato.

Con il supporto del Centro servizi, nel corso degli anni, si è lavorato molto, insieme alle associazioni, sulla progettazione sociale e, nell’ultimo bando della Direttiva 266, la provincia di Cosenza è risultata la prima in Italia con nove progetti approvati.

Abbiamo aperto una interlocuzione con le istituzioni locali e nazionali, con Fondazione per il Sud e con altri CSV d’Italia, acquisito la personalità giuridica e realizzato un evento dedicato alla prevenzione del rischio sismico, con relativa mostra, della durata di un mese, che ha visto la presenza di 3.000 visitatori. Siamo stati alla guida del Coordinamento regionale dei CSV, entrati a far parte del Comitato Direttivo di CSVnet e dato il via all’Università del Volontariato, prima sede nel sud Italia.

Penso che siano risultati importanti, sotto gli occhi di tutti, che rendono il CSV un patrimonio importante, non solo per la nostra terra, ma anche per il Paese, ponendolo nelle capofila dei CSV a livello nazionale.

Tante sfide si affacciano oggi alla nostra porta: la riforma del Terzo Settore e la riforma dei CSV, il nuovo welfare, emergenze, vecchie e nuove.
Sono certa che sapremo affrontarle al meglio.
Rinnovo però, prioritariamente e sopra tutte le cose, il mio augurio, ribadito in tante occasioni, a non perdere mai di vista i valori che animano la nostra azione, che possiamo essere sempre portatori di speranza e non di interessi, di luce e non di tenebre, a tutela del bene comune e non di interessi di parte.
Tanto è stato fatto in questi anni, sentendoci addosso la responsabilità di un compito importante.
Come noi abbiamo ricevuto una eredità da chi ci ha preceduto, così oggi mi sento di dire che un grande patrimonio è dato al nostro volontariato: una struttura tecnica matura e professionale, certamente risorsa per tutto il nostro territorio, un volontariato che, fra tante difficoltà, sta crescendo non solo numericamente ma anche qualitativamente.
Tanto è stato fatto in questi anni, certamente ancora di più e meglio saprà fare chi ci seguirà.
Un grande scrittore e uomo politico dei nostri giorni, Vaclav Havel,riferendosi proprio alla sua esperienza di uomo politico scriveva: “volevo far progredire la storia un po’ come un bambino che si mette a tirare una pianta per farla crescere più in fretta … seminare pazientemente il grano, annaffiare assiduamente la terra che lo ricopre e concedere alle piante i loro tempi … non c’è nessuna ragione per essere impazienti, se si è seminato e innaffiato bene. Basta comprendere che la nostra attesa non è priva di senso. É un’attesa che ha senso perché nasce dalla speranza e non dalla disperazione, dalla fede e non dalla sfiducia, dall’umiltà davanti ai tempi di questo mondo e non dalla paura. Un’attesa del genere è qualcosa di più che stare semplicemente ad aspettare. É la vita, la vita in quanto partecipazione gioiosa del miracolo dell’Essere”.

Sono certa che tanti semi di bene siano stati piantati in questi anni, grazie al lavoro di molte persone, alcune delle quali ci seguono dal cielo, e che magari non starà a noi raccogliere i frutti.
Ci rasserena però la consapevolezza di avere dato il nostro piccolo contributo alla crescita di questa splendida realtà e la certezza che ogni scelta è stata assunta nell’interesse e per il rafforzamento del bene comune.

Con questi sentimenti nel cuore, auguro a tutti un buon proseguimento di cammino!

Maria Annunziata Longo

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