A tutela del mare calabrese scende in campo l’alleanza delle associazioni e dei comitati “Salviamo il nostro mare”.
L’alleanza è determinata a far emergere i fattori che concorrono a determinare la cattiva qualità delle acque di balneazione. Il 26 agosto scorso il direttore generale dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), Domenico Pappaterra, in un’intervista rilasciata al Corriere della Calabria, ha dichiarato che la stessa Agenzia, in collaborazione con l’assessorato regionale all’Ambiente, ha svolto un controllo sui depuratori costieri, sulla loro efficienza e funzionalità e su quanto gli stessi potrebbero incidere sulle criticità che spesso sono state segnalate, in particolar modo sul tratto costiero del Tirreno cosentino.
Le realtà ambientaliste hanno, pertanto, chiesto, all’Arpacal e alla Regione, di conoscere in modo dettagliato le risultanze della sopra citata attività di controllo ai depuratori dei paesi costieri.
Per le associazioni e i comitati è, infatti, facilmente ipotizzabile che, accanto alle problematiche relative agli scarichi abusivi e ad una non corretta gestione dei fossi, dei fiumi, dei canali e torrenti che sfociano a mare, vi sia quella altrettanto seria e preoccupante del possibile persistente stato di degrado degli impianti di depurazione.