Questa è la storia di un flauto traverso e del suo proprietario, di una ragazza di nome Alessandra di origine rom, di mamma Francesca e di Massimo, dirigente scolastico che ha trasformato un istituto comprensivo in un’oasi di integrazione e felicità.
Alessandra ha 14 anni, vive nel centro storico di Cosenza, ma fino a qualche anno fa la sua casa era una baracca sul fiume Crati. Ha lunghi capelli neri raccolti in treccine e il suo volto ricorda quello della protagonista del film Disney, Pocahontas. Sorride timidamente e abbassa lo sguardo quando la fissi negli occhi.
Lino è un giornalista freelance, con una grande passione per la musica. Per il suo lavoro è sempre in giro per il mondo ed ha un animo sensibile. Un giorno decide di donare il suo primo strumento musicale, un flauto traverso, ad un giovane che abbia la sua stessa passione, ma che sia impossibilitato a sostenere una spesa così onerosa. Lino contatta il Centro servizi per il volontariato della provincia di Cosenza. Vuole un aiuto nel cercare la persona giusta a cui donare il suo flauto, ma chiede di restare anonimo. Il CSV non perde tempo e pubblica un avviso sul suo sito internet.
Passano pochi giorni e Francesca Cangemi, mamma e volontaria, presidente dell’associazione La Casa del Cigno, si imbatte nell’annuncio. Quasi non le sembra vero. La scuola in cui presta attività volontaria, situata in un quartiere a rischio della città di Cosenza, organizza corsi pomeridiani di musica e i tanti ragazzi che la frequentano non hanno la possibilità di acquistare strumenti musicali. Quel flauto non deve farselo sfuggire.
Massimo Ciglio è un dirigente scolastico fuori dal comune. Te ne accorgi subito, appena metti piede nella sua scuola. I corridoi dell’Istituto Spirito Santo di Cosenza sono tappezzati di cartelli con su scritto “in questa scuola non si compete, si collabora” e di magliette disegnate dai ragazzi appese alle pareti con lunghi fili e mollette colorate. Ad accogliere gli ospiti all’ingresso c’è Alessia, ragazza con sindrome di Down che, grazie all’AIPD – Associazione Italiana Persone Down, ha l’opportunità di svolgere un tirocinio presso la stessa scuola.
L’istituto è anche tra quelli con la più alta percentuale di presenza di bambini stranieri. C’è una grande palestra in fase di ristrutturazione con ascensore per disabili, un teatro appena rimesso a nuovo con poltroncine rosse e lampadari sfavillanti, due aule di informatica e uno spazio per i laboratori artigianali. Gli studenti hanno l’opportunità di seguire corsi di pianoforte, arpa, tuba e flauto traverso e di giocare a rugby e pallavolo.
Le strade di Lino e Alessandra si intrecciano, a distanza, in un soleggiato giovedì di gennaio quando Massimo e Francesca consegnano il flauto nelle mani di Alessandra. “Cercherò di averne cura e di tenerlo bene” – afferma, visibilmente commossa. Alessandra non vede l’ora di cominciare a suonare il suo nuovo strumento per poi esibirsi al saggio di fine anno previsto nel mese di giugno insieme ai suoi 65 compagni che fanno parte dell’orchestra della scuola.
Sarà bello ascoltarla e magari, chissà, seduto in ultima fila, ci sarà anche Lino.
Perché donare qualcosa a cui si è legati da un sentimento profondo è come donare una parte di sé.