Dopo i successi delle ciaspolate invernali e della promozione del turismo sportivo sulla neve, Legambiente Sila domenica 17 giugno ha dato prova di come l’associazione ambientalista intenda dare un chiaro indirizzo al turismo che si deve praticare in Sila e nella Capitale della Sila.
Ben 50 vacanzieri provenienti da Tropea e Ricadi, alcuni dei quali residenti in Svizzera, Toscana e Piemonte, hanno potuto vivere una giornata intensa dalla mattina fino a sera, un variegato gruppo di amanti del viaggio e della natura, bambini, giovani e anziani che si sono lasciati catturare dalle bellezze della città di Gioacchino e dalle meraviglie del bosco silano.
La formula sembra semplice: coniugare il racconto storico di San Giovanni in Fiore con la bellezza della Sila e gli ottimi prodotti enogastronomici che l’altopiano offre. Per far ciò, però, è necessario essere preparati e poter usufruire dei servizi giusti. Ma se sul primo punto non c’è stato nulla da eccepire, sul lato dei servizi non tutto è andato bene come doveva andare. Nell’organizzazione fatta da Legambiente dove già era prevista l’accoglienza ai turisti con ristoro presso un noto locale del centro storico e successivamente pranzo nella faggeta del Centro Fondo Carlomagno, l’unica nota stonata della giornata è stata rappresentata dalla chiusura del Museo demologico, nonostante l’associazione abbia preventivamente verificato perché ciò non accadesse, ma senza successo visto che l’apertura domenicale dello stesso museo avverrà dal 1° luglio.
Prima di quella data per i turisti non ci sarà dunque possibilità di far visita al Museo, un Museo importante quello di San Giovanni in Fiore che ricordiamo fa parte dei grandi musei regionali e della rete museale “IreSud Calabria”.
Legambiente da tempo sta percorrendo la seconda fase delle “4 stagioni silane” quella della primavera, una stagione straordinaria sia per il turismo naturalistico con l’esplosione floreale della Sila, sia per il turismo tradizionale con le scolaresche e le prime visite dei turisti con le belle giornate.
Dopo la visita al Cupone del 3 giugno, l’appuntamento di domenica è stato l’ennesimo banco di prova di come Legambiente abbia potuto dimostrare come quante risorse e bellezze aspettano di essere conosciute, vissute e offerte al mondo dei vacanzieri della tranquillità e dell’accoglienza. <<Servono i servizi – afferma Giuseppe Veltri Presidente di Legambiente Sila – per far decollare il turismo. Non serve andare in giro per l’Italia a promuovere il territorio e il centro storico se poi un turista quando viene a San Giovanni in Fiore trova il deserto. E’ da circa un anno che cerchiamo di indicare una strada che secondo noi è quella da percorrere con più convinzione di altre. Sosteniamo che la Sila sia un patrimonio da gustare con leggerezza e in tutti i suoi aspetti più particolari, perché solo così si può far comprendere come siano di alto valore le nostre bellezze>>.
Per Giannetto Alessio membro storico dell’associazione <<E’ necessario lavorare su alcune semplici accortezze per farle diventare patrimonio di “degustazione” per tutte le quattro stagioni. Promuovere le nostre bellezze è la risposta per un turismo sostenibile che non deturpi l’ambiente circostante, facendo emergere invece le sue straordinarie potenzialità, così come ha detto mesi fa il Vicepresidente di Federparchi, affermando come i costi di gestione delle cosiddette piste di sci alpino siano continuamente sostenute dagli enti pubblici, comuni, province e regioni a fronte di periodi brevissimi di utilizzo delle stesse. Un sistema che non è più sostenibile specie in periodi di crisi economica. Noi pensiamo sia necessaria un’altra forma di turismo che faccia della Sila un punto di riferimento del turismo regionale>>.