Io e il servizio civile. La storia di Abderrahmane

Io e il servizio civile. La storia di Abderrahmane

Da grande voglio fare l’infermiere sui mezzi di soccorso!

È questa l’illuminazione che ha colto il giovane Abderrahmane Ben Talha mentre svolgeva attività di servizio civile all’AVAM, un’associazione che si occupa di pubblica assistenza e soccorso in emergenza nell’area urbana cosentina.

Abderrahmane ha 24 anni, vive a Rende, ma è originario del Marocco ed è operatore volontario di servizio civile nell’ambito del progetto “Patch Adams” del programma “Generatività sociale 2.0” promosso dal CSV Cosenza. Studia biotecnologie, all’Università della Calabria, e una volta terminato questo percorso accademico, vuole iscriversi ad infermieristica. “Sono stato a contatto con medici e infermieri e ho capito che questo lavoro mi piace”. Abderrahmane non è nuovo ad esperienze di volontariato. Già a 15 anni faceva parte del direttivo di un’associazione senza scopo di lucro in Marocco. Qui in Italia, invece, dove è giunto cinque anni fa con la sua famiglia, ha svolto, per ben due anni, volontariato nella Croce Rossa. Lavora, altresì, in Procura come interprete ed ha operato, in diversi centri di accoglienza, come mediatore culturale.

Gli abbiamo chiesto perché un ragazzo della sua età dovrebbe fare il servizio civile. “Fare il servizio civile apre gli occhi su tantissimi aspetti – ha dichiarato Abderrahmane – in AVAM ho preso consapevolezza delle cause che, in alcuni casi, rallentano la capacità di intervento in ambito sanitario e che non dipendono dal medico o dall’ambulanza, ma da un meccanismo complesso che in molti ignorano e, che per tale motivo, tendono a criticare. Così come ho imparato a spostare pazienti dopo un incidente, le manovre salvavita, come curare il contatto con la famiglia dei pazienti, tutti comportamenti utili non solo per il lavoro che intendo svolgere in futuro, ma anche come cittadino”.

Abderrahmane è amante dello sport, è arrivato al primo posto per la sua categoria nell’ambito del campionato regionale di kickboxing e si sta preparando al campionato interregionale Sud, segue le serie tv e gli anime e grazie al servizio civile ha conosciuto la sua fidanzata (amica di una collega di servizio civile). “Ho trascorso il mio primo Natale in una famiglia calabrese ed è stato bellissimo, solo che qui si mangia troppo! Ho trovato tanti punti di contatto tra Calabria e Marocco, soprattutto la capacità di accoglienza e la solidarietà tra esseri umani. Mi sento di appartenere alla Calabria, sto bene qui, è facile fare amicizia”.

Ha viaggiato tanto, Abderrahmane, per studio e motivi di famiglia. Ha toccato Belgio, Francia, Grecia, Portogallo, ma immagina la sua vita qui. “Mi piacerebbe restare in AVAM, mi piacerebbe restare a Cosenza e lavorare con i pazienti”. C’è una Calabria giovane che resiste, che non vuole andare via.  Abderrahmane, insieme a tanti suoi coetanei, ne è testimone.

Articolo precedente Rende. Presentazione Atlante Infanzia Save the Children