Il sistema carcerario italiano vive una situazione difficile per il sovraffollamento e per le condizioni fatiscenti delle strutture che ospitano i detenuti. Aumentano anche suicidi e atti di violenza. Il Volontariato è chiamato a svolgere una forte azione di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza e della società civile, ma soprattutto a favorire un percorso di recupero e reinserimento sociale del detenuto.
Su questi temi i Centri di Servizio per il Volontariato della Calabria hanno organizzato un percorso formativo rivolto a 60 volontari che operano nelle realtà carcerarie. Il seminario, sul ruolo del volontariato penitenziario in Calabria, si è svolto lo scorso 22 novembre, a Lamezia Terme. Maggiore formazione per i volontari penitenziari, promozione di un Volontariato organizzato e collaborazione costante con tutti i soggetti che operano negli istituti penitenziari. Questo, in sintesi, quanto emerso dall’incontro i cui lavori sono stati moderati da Francesco Cosentini, Responsabile regionale del Coordinamento degli Enti e delle Associazioni di Volontariato penitenziario.
Per il Coordinatore regionale dei CSV, Piero Caroleo, in Calabria, si registra una situazione di criticità per quanto riguarda la carenza di volontari. “Nel 2011, degli oltre 11mila volontari che operano nelle carceri italiane, solo il 20% risiede al Sud. In Calabria, addirittura, le persone autorizzate a svolgere attività di volontariato ex art. 17 sono solo 106, mentre il numero di assistenti volontari che collaborano con l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna per le pene alternative al carcere scende a 2”.
“Nell’educare la società civile all’accoglienza, il Volontariato ritrova la sua primaria funzione”. È quanto ha affermato don Silvio Mesiti, Cappellano della Casa Circondariale di Palmi secondo il quale il Volontariato assume un ruolo importantissimo nelle carceri e il seminario promosso dai CSV è un’occasione importante per conoscersi e progettare azioni comuni. All’incontro è intervenuto anche Rosario Tortorella, Provveditore vicario dell’Amministrazione Penitenziaria della Calabria. “Ancora oggi il carcere è considerato un luogo lontano dalla società, mentre è necessario lavorare molto all’esterno, nel campo della prevenzione e del reinserimento. Le sinergie sono doverose e il Volontariato deve essere organizzato per poter realizzare una seria progettualità insieme all’amministrazione penitenziaria”.
Per il Direttore della Casa Circondariale di Catanzaro, Angela Paravati, il Volontariato carcerario è un Volontariato “diverso” dagli altri. I volontari che operano in carcere, proprio per il fatto di avere a che fare con persone che hanno storie difficili alle spalle, devono essere specializzati. “Dobbiamo favorire la sinergia tra le varie figure che operano in carcere perché il risultato finale abbia una ricaduta positiva non solo sui singoli detenuti, ma anche su tutta l’organizzazione carceraria”. Al seminario ha partecipato Luisa Prodi, Presidente nazionale Seac – Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario che ha posto l’accento sull’importanza della formazione per i volontari che operano in carcere e della nascita di un rapporto di collaborazione con operatori e agenti di polizia penitenziaria.
“La formazione non può essere solo d’aula, ma deve avvenire anche tramite la trasmissione di esperienza tra nuovi volontari e quanti hanno già operato con i detenuti” – ha affermato Alberto Mammolenti, Referente regionale della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia. È necessaria, infatti, una notevole preparazione per aiutare un detenuto che chiede di trovare un senso alla sua vita ed alla pena che sta scontando. L’aiuto deve andare oltre la detenzione, perché, una volta scontata la pena, il detenuto, senza una solida rete familiare alle spalle, non ha alcuna possibilità di farcela. Per Mammolenti si dovrebbe ragionare, dunque, sull’opportunità di prevedere strutture alternative di accoglienza.
Dopo le testimonianze di alcuni volontari che operano all’interno degli istituti di pena di Paola, Laureana di Borrello, Locri e Catanzaro, è intervenuto il Funzionario della Regione Calabria, Cesare Nisticò, secondo il quale si potrebbe costituire una consulta della quale possano far parte Associazioni di Volontariato, UEPE – Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna e altre istituzioni. Secondo Mario Nasone, Presidente del CSV di Reggio Calabria è importante che le realtà di volontariato penitenziario facciano rete, non solo per scambiare esperienze, ma anche per seguire concretamente i detenuti fuori dal carcere.