È in corso la settimana della GRF – Giornata di Raccolta del Farmaco. L’iniziativa, partita il 6, terminerà lunedì 12 febbraio. In 5mila farmacie aderenti in Italia i cittadini potranno donare uno o più medicinali da banco per i bisognosi. I farmaci raccolti (598.178 confezioni nel 2023, pari a un valore di oltre 5 milioni di euro) saranno consegnati a 1.900 realtà benefiche che si prendono cura di almeno 427.000 persone in condizione di povertà sanitaria, offrendo gratuitamente cure e medicine. Servono, soprattutto, antinfluenzali e medicinali pediatrici, antifebbrili, analgesici, preparati per la tosse e per i disturbi gastrointestinali, farmaci per i dolori articolari e muscolari, antistaminici, disinfettanti, vitamine e sali minerali.
A Cosenza e provincia, la raccolta si svolgerà in circa 50 farmacie. I volontari del Banco saranno presenti sabato 10 febbraio per sostenere 32 realtà benefiche che hanno espresso un bisogno di 12mila confezioni di farmaci. Durante l’edizione del 2023, sono state raccolte 3.922 confezioni (pari a un valore di oltre 30mila euro) che hanno aiutato 4.500 ospiti di 34 enti. In Calabria, nel 2023, sono state raccolte 7.566 confezioni di farmaci in 101 farmacie, pari a un valore di oltre 60mila euro. I medicinali raccolti hanno contribuito a curare circa 7mila persone aiutate da 50 realtà caritative del territorio regionale.
“In questi 20 anni abbiamo constatato che il lavoro costante del Banco Farmaceutico sul nostro territorio e il sostegno fattivo alla rete di carità costituita dagli enti assistenziali, alimentano quella socialità creativa che determina le condizioni per il reale cambiamento della nostra società – ha dichiarato Annalisa Filice, delegata per la sede provinciale del Banco Farmaceutico di Cosenza – il lavoro costante del Banco Farmaceutico sul nostro territorio e il sostegno fattivo della Giornata di Raccolta del Farmaco, che mobilita donatori, farmacisti e volontari, consentono di sostenere la rete di solidarietà composta dagli enti di assistenza e di prossimità, senza la quale le persone povere sarebbero non solo prive di cure, ma anche più sole”.